Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno

Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno
Le Marche e la Grande Guerra. Il volume è disponibile in tutte le librerie. Si può ordinare alla Casa Editrice, (ordini@nuovacultura.it). Node su www.storiainlaboratorio.blogspot.com

martedì 20 dicembre 2022

Divisione Partigiana d'Assalto "Italia" Organico al giugno 1945



 La Divisione d’Assalto “Italia rientro in patria con questo Organico:



 Comando Divisionale.

  .. Comandante Giuseppe Marras

  .. Commissario Politico, Carlo Cutolo

  .. Vice Comandante e Capo di SM, Aldo Primeggiani

  .. Vice Commissario Politico, Alberto Mario Ceccarelli

  .. Capo Servizio Stampa, Cultura e Propaganda, Innocente Cozzolino

  .. Commissario di collegamento, Mario Tindari Gatan

. I Brigata “Garibaldi”

  .. I Battaglione “Ulisse Nannizzi”

  .. II Battaglione “Antonio Mercenario”

  … III Battaglione “Poljiana”

. II Brigata “Matteotti”

  .. I Battaglione “Crni Vrhi”

  .. II Battaglione “Francesco Bertuccelli”

  … III Battaglione “Saverio Failla”

.III Brigata “Mameli”

  .. I Battaglione “Novi Grabovac”

  .. II Battaglione “Cosimo Di Maggio”

  … III Battaglione “Ettore Ramires”

. IV Brigata “Fratelli Bandiera”

  .. I Battaglione “Antonio Longo”

  .. II Battaglione “Brezovac”

  … III Battaglione “Msrcello Piantanida”

. Battaglione Armi di Accompagnamento “Sarengraf”

.Compagnia Comando Divisionale

Compagnia Genio Divisionale

Reparto Sanità Divisonale

Centro Stampa e Propaganda

Cfr. Bistarelli A., La Resistenza dei Militari Italiani all’Estero. Jugoslavia Centro Settentrionale,  cit. pag. 466

sabato 10 dicembre 2022

Il Rimpatrio della Divisione Partigiana d'Assalto "ITALIA" Dalla Jugoslavia. Giugno-Luglio 1945

 


Dalla Jugoslavia rientrano in Italia due unità combattenti, che sono assunte quasi a simbolo della Resistenza dei militari italiani all’estero: La Divisione “Italia” e la Divisione “Garibaldi”

 La Divisione Italia, terminò la guerra operando nel nord della Jugoslavia e stava per essere coinvolta indirettamente nella vicenda della occupazione di Trieste da parte Jugoslavia nel maggio del 1945. Certamente dal punto di vista politici la presenza di unità combattenti italiane a Trieste, ovvero la Divisione “Italia” e quella, solo ipotizzata, della Divisione “Garibaldi” che stava per essere imbarcata a Ragusa con destinazione che poteva essere il territorio metropolitano ma anche l’Istria se non Trieste, avrebbe assunto un significato estremamente importante. Sia gli Alleati, ma soprattutto i dirigenti jugoslavi, pur apprezzando l’operato delle due divisioni, non erano propensi a vedere italiani in armi, nelle loro fila, in Istria e soprattutto a Trieste.

La questione fu risolta con il rimpatrio nel territorio metropolitano italiano, la Divisione “Italia” con destinazione il Friuli, la Divisione “Garibaldi” con destinazione le Puglie.


Le operazioni di rientro si possono fa risalire, per la Brigata “Italia” già il 18 giugno 1945 quando la Brigata versa alla II Armata jugoslava il materiale e i mezzi esuberanti (carri, cavalli, munizioni, armi pesanti, e materiale vario) le necessità del rimpatrio. Si risolvono le questioni relative a militari italiani che liberamente hanno scelto di rimanere in Jugoslavia. Il 24 giugno 1945 al cimitero di Mirogj il 24 giugno 1945 viene inaugurato un monumento dedicato ai Caduti della Divisione Partigiana “G. Garibaldi” alla presenza del Comandante la Divisione, Marras, e di Ufficiali e Truppa, della Autorità del Governo Croato e della Città di Zagabria. Fu indetto un concorso per la frase di incidere nella Lapide. Ne furono presentate quattro e non trovandosi l’accordo su quella da scegliere furono incise tutte e quattro.[1]

Il 27 giugno 1945 fu inviato al comando della Divisione l’ordine di rientro in Italia. Il rimpatrio doveva avvenire per ferrovia. Furono necessari due treni. Per tutto il pomeriggio del 27 giugno il personale fu impegnato a predisporre il caricamento dei treni.

Per accordi tra le Autorità superiori e per valorizzare il contributo dei militari dell”Italia“ “questa alla vigilia del rimpatrio venne elevata al ragno ordinativo di Divisione”. Di conseguenza la Brigata “Italia” si trasforma in “Divisione” ed i quattro battaglioni e rispettive compagnie in Brigate e Battaglioni.[2] La partenza è data alle ore 9 in punto del 28 giugno 1945 con direzione il territorio italiano. Tutti mancano dall’Italia da circa tre anni e in quel giugno 1945 giurava come presidente del Governo Italiano Maurizio Parri, che aveva partecipato alla guerra di liberazione con il nome di “Maurizio”. Il convoglio giunse a Sezana, a ridosso della linea di demarcazione italo-jugoslava, il 29 giugno 1945, ove si ferma in attesa di ulteriori disposizioni sia da parte alleata che da parte italiana. Tutto il personale è concorde che il rientro in territorio nazionale deve essere degno di nota e non si accettano soluzioni volte a sminuire il significato del rientro e il portato delle azioni della divisione. Questo comporta lungaggini burocratiche che si risolvono con interventi anche da Roma. Il 2 luglio 1945 la Divisone varca la linea di demarcazione e finalmente arriva in Italia, a Torre di Zuino, sede di uno stabilimento della Snia Viscosa che molti reduci ricordano come Torre Viscosa.

La cerimonia ufficiale di rientro si svolgerà a Udine il 7 luglio 1945. La Divisione si schiera alla presenza dell’On. Mario Palermo, sottosegretario alla Guerra, del gen. Howard del Comando della VIII Armata Britannica, competente per territorio, del Sindaco di Udine, Cosattini, di Mons. Nogara, Arcivescovo di Udine di rappresentati del Governo jugoslavo e del Comando de C.V.L. Comando Corpo Volontari della Liberta e di Rappresentati Militari dell’Esercito, tra cui il gen. Armellini, già comandante della divisone “Bergamo” in Jugoslavia. Subito dopo la cerimonia inizia la consegna delle armi.

Non si è ritenuto inquadrare il personale della Divisione “Italia” reduce dalla Jugoslavia in quanto il Regio Esercito era ancora sotto il mandato della Commissione di Controllo Alleata. La divisione fu considerata alla stregua di tutte le formazioni partigiane: al momento dell’arrivo delle forze alleate o dopo la fine della guerra in Italia, il 2 maggio 1945, tutte le formazioni dovevano consegnare le armi e le munizioni.

L’11 luglio il personale assiste ad una messa in Suffragio di tutti i caduti della Divisione: è l’ultima cerimonia ufficiale. Dal giorno dopo inizia l’invio in licenza di tutto il personale: è il sospirato ritorno alle proprie case.  Il Diario Storico della Divisione si chiude il 31 luglio 1945, mentre un Ufficio stralcio, composto degli Ufficiali Parmeggiani, già vicecomandante e capo di SM. Minati e Gardini, si reca a Roma a consegnare tutta la documentazione esistente ( vi arriva proprio il 25 luglio 1945, data estremamente significativa, e continua il lavoro fino al novembre 1945.



[1] Le frasi sono  1)“Compagno! Quando vedrai mia madre dirle di non piangere. Non sono solo. Giace con me un compagno Jugoslavo.” 2) Che nessuno ardisca gettare del fango sul sangue versato nella lotta in comune” 3) Trovammo qui fede-madre-pane-fucile.I morti lo sanno, i vivi non lo dimenticheranno”. 4) Fiume di sangue divisero due popoli. Li unisce oggi il sacrificio dei compagni jugoslavi”. Vds Bistarelli A., La Resistenza dei Militari Italiani all’Estero. Jugoslavia Centro Settentrionale, Roma, Commissione per lo Studio della Resistenza dei Militari Italiani all’estero, COREMITE, Rivista Militare, 1996, pag. 460

[2] 

mercoledì 30 novembre 2022

Prigionia in URSS. 1941 - 1954 Considerazioni.

 



La prigionia in mano alla U.R.S.S. è quella che ha inciso più a fondo nel retaggio  del sistema socio-politico del dopoguerra. Prima che scoppiasse la guerra fredda, nella metà del 1946, già si avvertivano i sintomi di quelle che saranno le polemiche spesso roventi del dopoguerra. Il 20 agosto 1946, dopo un anno di attesa e di aspettative sempre più crescenti, quando tutti gli altri Paesi belligeranti avevano restituito in grandissima parte i prigionieri in loro mani, un comunicato del Governo di Mosca molto sobrio ed asciutto fa presente che tutti i prigioneri italiani in mano alla URSS erano stati restituiti, tranne un esiguo numero, circa 27, tra ufficiali e soldati, considerati criminali di guerra ed in attesa di giudizio. Tra questi anche un cappellano militare, Padre Brevi, considerato dai sovietici una spia del Vaticano.


In Italia le aspettative erano altre. Si aspettava il rientro di circa 70/80 mila prigionieri dalla Russia. A tutto il 1946 erano stati restituiti 21.000 soldati, di cui circa 11.000 appartenenti all’ARMIR i restanti liberati dall’Armata Rossa dai campi di concentramento tedeschi nella sua avanzata verso occidente.

La polemica divampò violentissima, e si manifestò in modo particolare nello scontro politico tra i partiti di sinistra, in particolare il PCI e i partiti del centro, in particolare la Democrazia Cristiana. L’accusa principale era che la URSS tratteneva i prigionieri italiani come schiavi, per ragioni ideologiche.

La realtà, emersa negli anni novanta all’indomani del crollo della URSS e alla parziale apertura degli archivi sovietici, era ben diversa da quella ipotizzata in Italia. La URSS aveva ragione nel sostenere che aveva restituito tutti i prigionieri italiani in suo possesso. Infatti è stato documentato[1] che l’Armata Rossa, nella sua avanzata verso occidente catturava circa 11.000/11.500 soldati dell’ARMIR e li avviò ai campi di smistamento ( le cosiddette marce del Davai). Nei campi di smistamento entrarono quelli che poi vennero restituì, tranne una percentuale dell’1% che morì per malattie o cause naturali.[2]

La vicenda dei prigionieri in mano alla URSS continuò in temi sempre aspri fino al 1954 quando, dopo la morte di Stalin, furono restituiti gli ultimi prigioneri, circa 10, trattenuti con pretesti e motivi vari.

 Il retaggio di questo particolare segmento del V fronte della Guerra di Liberazione è estremamente pesante. L’Italia inviò prima un Corpo di Spedizione, poi una Arma che raggiunse circa i 200.000. Nel corso delle offensive sovietiche del novembre-dicembre 1942 – gennaio febbraio 1943, che si conclusero con la caduta di Stalingrado, che determinarono la svolta della guerra in Oriente, le forze italiane furono annientate. Circa 100.000 uomini riuscirono a salvarsi tramite una ritirata, la celeberrima ritirata di Russia, ma altrettanti rimasero sul campo. Non per le vicende della guerra, ma in virtù della insipienza dei Comandati italiani sul campo, delle imposizioni tedesche e di un male interpretato senso dell’onore militare. Composte tutte da forze di fanteria, senza mezzi corazzati e meccanizzati, il compito era quello di resistere fino allo stremo sulle posizioni del Don. Una volta che la battaglia avrebbe rilevato le direttrici di attacco in profondità dell’attaccante sovietico, avrebbero dovuto intervenire le forze mobili tedesche, per chiudere le falle. Il compito delle forze Italia quindi fu assolto. L’errore fu il non aver dato di arrendersi sul posto. Sarebbe stata la salvezza di oltre 80.000 soldati italiani. Al contrario, messisi in marcia verso occidente, quanto contemporaneamente i sovietici provvedevano a distruggere tutta l’organizzazione logistica di retrovia con puntate di forze mobili, la speranza di sopravvivere nella steppa d’inverno erano presso che nulle. Infatti i comandi sovietici locali non inseguirono i soldati italiani in marcia, conviti e sicuri che la steppa, il cosidetto generale Inverno, li avrebbe uccisi. Come in realtà accadde. Il prezioso retaggio di questo segmento del V fronte è quello che occorre avere sempre autonomia decisionale quando si partecipa in una coalizione fi forze internazionali ed occorre sempre, in lealtà con gli alleati, preservare l’interesse nazionale. Un retaggio che permeò nel dopoguerra la partecipazione delle forze nazionali alle cosiddette Missioni di Pace, coalizioni internazionali sotto egida id organizzazioni sovranazionali.

 massimo coltrinari (ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org

[1] UNIRR, Rapporto UNIRR, 1995. In Italia la cifra dei presunti prigionieri era stata fissata in circa 84.000. Dei 201.0000 militari italiani presenti al fronte ai primi di dicembre, come attestano i documenti della Direzione di Commissariato dell’ARMIR sulla forza vettovagliata, ne erano rientrati in Italia 101.000. Pertanto considerate le perdite, a larghe spanne, la cifra dei prigioneri doveva essere circa 84.000 considerate le perdite. In realtà dei 101.000 soldati mancati, 90.000 erano Caduti nella ritirata e circa 11.000 raccolti come prigioneri dai sovietici, che in effetti restituirono. Vds. Coltrinari M., Le Vicende dei Militari Italiani in URSS, Roma, Archepares, 2021.

[2] Il tasso di mortalità nella prigionia in URSS è più o meno quello delle altre prigionie in mano della Gran Bretagna, Francia e Stati uniti.

giovedì 10 novembre 2022

Notiziario del Centro Studi Sul Valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro

 

INFOCESVAM

BOLLETINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO IX, 33/34, N. 5, Settembre - Ottobre, 1 novembre 2022

IX/5/600 La decodificazione di questi numeri è la seguente: IX anno di edizione, il mese di edizione di INFOCESVAM, 576 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento.

IX/5/601 – Dato il Visto si stampi data 31 ottobre 2022 al volume “Il Quadro di Battaglia del Regio Esercito Italiano – 10 giugno 1940 a cura di Massimo Coltrinari e Luigi Marsibilio

IX/5/602 – Il progetto dedicato ai 40 anni dalla Missione in Libano ha raggiunto la prima fase. È stato predisposto l’Indice e articolazione del Volume. Per il CESVAM, oltre a Direttore, il responsabile esecutivo scientifico è il gen Antonio Trogu

IX/5/603 – Il Calendario Azzurro del 2023, del Centenario, sarà presentato l’8 novembre 2022 alle ore 19 al Museo dei Granatieri, Roma. Interverranno oltre al Presidente Nazionale, il Socio Mirabella. Per il CESVAM, Giancarlo Ramaccia.

IX/5/604 Il Dott. Daniel Vignola, per il Master di 1° Liv in “Storia Militare Contemporanea 1796- 1960 ha predisposto la tesi dal tema ““Gli errori del Piano Schlieffen e il peso del mancato apporto italiano”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/605. Il Presidente della Federazione di Asti Marco Montagnani ha presentato ed avviato una ricerca sulla vicenda del “Conte Rosso”. Al momento si stanno predisponendo i dettagli per la predisposizione del manoscritto n. 1

IX/5/606 Il Dott. Salvatore Domenico Vasapolli, per il Master di 1° Liv in “Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi” ha predisposto la tesi dal tema “Terrorismo Internazionale e Dispositivo integrato di Sicurezza: verso un’agenzia europea di Intelligence.”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/607 Glossario 1945 per il Dizionario minimo della Guerra di Liberazione 1943 -1945. Alla data del 1 novembre ha raggiunto i 824 lemmi dei 1000 previsti. Il ritardo è dovuto alla sovrapposizione con i lemmi dei glossari precedenti e per le ulteriori ricerche svolte in merito alle decorazioni degli Stati europei in tema di resistenza.

IX/5/608 Il Dott. Daniele Muzzioli, per il Master di 1° Liv in “Terrorismo ed Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi” ha disposto la tesi dal tema “Dal terrorismo al conflitto ibrido: l’evoluzione militare di ISIS”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/609 La Dott.ssa Jessica Zanata, per il Master di 1° Liv. in Terrorismo ed Antiterrorismo internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi, ha predisposto una tesi dal tema “Narcoterrorismo in Messico”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invera

IX/5/610 Il Volume dedicato alla storia delle compagnie telegrafiste nella Prima Guerra Mondiale di Monica Apostoli è giunto alla fase del manoscritto 3. Attualmente la bozza è alla attenzione del Collegio dei redattori.

IX/5/611 Il Dott. Alessandro Ciolli, per il Master di 1° Liv in “Storia Militare Contemporanea 1796- 1960 ha predisposto la tesi dal tema “La Battaglia di Adua”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/612. Albo d’Oro Nazionale dei Decorati al Valor Militare. Il Dott. Roberto Orioli partecipa allo studio di fattibilità per la predisposizione della scheda di immissione dati. I lineamenti predisposti nel mese di agosto sono stati aggiornati con l’accoglimento del campo dedicato all’Ordine Militare di Savoia, oggi Ordine Militare d’Italia.

IX/5/613 Il Dott. Gianlorenzo Capano, per il Master di 1° Liv in “Storia Militare Contemporanea 1796- 1960 ha predisposto la tesi dal tema “La Battaglia di Maida – 4 luglio 1806”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

 IX/5/614 Le ricerche dedicate alla Prigionia in Africa Orientale nel secondo conflitto mondiale sono terminate ed è stato predisposto il manoscritto n. 1 del Volume Primo. Oltre al direttore, partecipa il Dott. Giovanni Riccardo Baldelli. Il Volume sarà diviso in due parti la prima dedicata alla organizzazione dell’A.O. I la seconda dedicata alle operazioni 1940-1941 in Africa Orientale.

IX/5/615 Il Dott. Stefano Ciolli, per il Master di 1° Liv in “Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi”, ha predisposto la tesi dal tema “Hezbollah: Movimento e Partito Islamico sciita.”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/616 – Compendio 1945 del Dizionario minimo della Guerra di Liberazione è arrivato al manoscritto n. 4. Predisposte tutte le fasi di editing, comprese le illustrazioni. Oltre al Direttore, partecipa Osvaldo Biribicchi, associato al CESVAM dal 2015.

IX/5/617 Il Dott. Giancarlo Bianco, per il Master di 1° Liv in “Storia Militare Contemporanea 1796- 1960 ha predisposto la tesi dal tema “Gettysburg”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/618 Il Cesvam in tutte le sue componenti esprime le più sincere condoglianze ad Angela e a Lui per la morte dei loro rispettivi Padri.

IX/5/619 Il Dott. Di Lorenzo, per il Master di 1° Liv in “Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi”, ha predisposto la tesi dal tema “Spionaggio e Contro spionaggio durante la prima guerra mondiale. Analisi e Considerazioni.”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/620. Il n. 4 Ottobre . Dicembre 2022 della Rivista QUADERNI è in Stampa. Entro il mese di novembre 2022 si predisporrà il n. 1 del 203 dedicato al Centenario della fondazione del Nastro Azzurro

IX/5/621 Il Dott. Fabio Lombardelli, per il Corso di perfezionamento e Aggiornamento Professionale in “Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi”, ha predisposto la tesi dal tema “L’Intelligence delle Fonti Umane per il contrasto alla minaccia terroristica a difesa della Sicurezza nazionale”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/622 Il Dott. Francesco La Greca, per il Corso di aggiornamento e perfezionamento professionale, ha preparato la tesi dal tema “La Criminalità organizzata e relazione sulla politica dell’Informazione e per la sicurezza. “La tesi sarà discussa nella sessione invernale (dicembre 2022)

IX/5/623. Il Dott. Antonio Vigliano, per il Master di 1° Liv in “Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi”, ha predisposto la tesi dal tema “Human Intelligence e Virtual Intelligence. Analisi e prospettive.”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/624 Il Dott. Stefano Davide Restuccia, per il Master di 1° Liv in “Politica Militare Comparata dal 1945 ad oggi. Dottrina, Strategia, Armamenti  ha predisposto la tesi dal tema “Esercito Europe. Ipotesi e Prospettive”. La tesi sarà discussa nella sessione di laurea invernale (dicembre 2022)

IX/5/625 Prossimo INFOCESVAM sarà pubblicato il 1 gennaio 2023. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM.

 

lunedì 31 ottobre 2022

Prima Guerra Mondiale. Caporetto

 

Caporetto e la resistenza del forte di Monte Festa

Ten cpl. Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta

 

            Nel 1917 le opere del forte di Monte Festa erano ancora armate a differenza di molte altre fortificazioni di confine, esse consistevano in 4 pezzi da 149 mm in cupola corazzata con 2.600 granate, altri 4 pezzi da 149 mm G aventi a disposizione 300 granate in barbetta, una sezione antiaerea da 75 mm con 400 colpi in cupola d’acciaio, mentre vi era una assoluta carenza di mezzi per la difesa ravvicinata.

            Il presidio era costituito da 2 tenenti dell’8° Reggimento artiglieria da fortezza, 1 tenente del 3°Reggimento artiglieria da fortezza, 2 tenenti medici, 2 marescialli, 120 soldati dell’8° compagnia dell’8° Reggimento da fortezza, 30 della 4 sez., antiaerea, 20 del 150° battaglione della Milizia Territoriale, 5 eliografisti e 2 telefonisti, con 34 quintali di gallette e 9.000 scatolette di carne.

            Il 26 ottobre il Comando Supremo aveva dato ordine telegrafico di ripiegamento indicandone le modalità, ma disponendo la resistenza ad oltranza per il forte di Monte Festa.

            Il 27 ottobre giunse al forte il Capitano Noel Winderling con l’ordine preciso di organizzare la difesa, ordine ribadito alla sera dal Comando d’artiglieria del XII Corpo d’Armata, Gen. Sacchero.

            Dal 26 al 29 ottobre, sotto bufere di neve e pioggia che imperversavano sulla zona, si procedette a rendere operativi i pezzi e alla preparazione dei dati di tiro relativi agli obiettivi acquisiti organizzando gli osservatori di forcella Amariana e Monte San Simone.

            Le artiglierie del forte entrarono in azione alle 10,50 del 30 ottobre, investendo con il loro fuoco le avanguardie nemiche sul Tagliamento, i tiri si basarono sui dati teorici essendovi nebbia nella valle, furono inquadrati il ponte sul Fella, il ponte di Tolmezzo, la stretta di Sompave, La Maina e la stazione per la Carnia.

            Nel frattempo le Divisioni 26^, 36^ e 63^ nel loro ripiegamento si posero ai fianchi e dietro al forte, il comando della 63° divisione si installò ad Alesso e prese immediato contatto con il comando del forte, il quale a sua volta rinnovò le richieste di mezzi al Comando di Corpo d’Armata già formulate il 27 ottobre.

            Il 31 ottobre il tempo migliora e i tiri vengono rettificati, tutti i pezzi da 149 mm e 75 mm sono in azione, ma la visuale è limitata dai monti circostanti e le linee telefoniche sono interrotte, si procede con staffette ed eliografo quando si dissolve la nebbia.

            Il 1 novembre l’osservatorio di forcella Amariana cadeva in mano agli austriaci, rimanendo solo l’osservatorio di San Simeone, continuano i tiri di interdizione, in particolare verso Tolmezzo dove fu respinta una colonna nemica di circa 300 uomini.

            Il 2 novembre gli austriaci e i tedeschi iniziano a forzare il Tagliamento gettando un ponte nei pressi di Amaro, immediatamente dal forte si risponde con i tiri di interdizione che bloccano la prosecuzione dei lavori. Alle 9,30 dello stesso giorno arriva un messaggio dal comando della 63° Divisione con il quale si avverte di un imminente attacco nei pressi del ponte Braulis, appoggiato dall’artiglieria posta nei dintorni di Osoppo, che tuttavia non si trova nella visuale dell’osservatorio o del forte, si tenta pertanto uno sbarramento con tiri indiretti.

            Con l’invio di due tenenti di artiglieria a rinforzo del forte, viene comunicato il probabile arretramento della 63^ divisione verso San Francesco, mentre gli austro tedeschi la notte del 3 novembre riprendono i lavori sul fiume Fella, la zona viene pesantemente battuta  anche per coprire il ripiegamento della divisione.

            Un ultimo rinforzo arrivò nella notte dal 3 al 4 novembre dalla 63^ divisione, un aspirante ufficiale con 25 soldati del 280° Reggimento, che furono immediatamente impegnati nel rafforzamento delle difese di prossimità.

            Nel frattempo, mentre veniva battuto il passaggio sul Fella, cessavano tutte le comunicazioni telefoniche con il riuscito ripiegamento delle tre divisioni italiane e il conseguente completo accerchiamento del forte, il quale cominciava ad essere a sua volta battuto dall’artiglieria nemica.

            Il successivo 5 novembre vi fu un aumento del volume di fuoco dell’artiglieria nemica, mentre cominciavano a scarseggiare le munizioni per i pezzi del forte.

            Nella notte il nemico attaccò la batteria da 75 mm con la 5^ compagnia della 92^ divisione e un battaglione del reggimento Pappitz, Jagerdivision, l’attacco fu respinto con la sola mitragliatrice in dotazione al forte.

            Alle 9 del 6 novembre si rinnovò l’attacco da varie posizioni che raggiunsero un angolo morto non battuto, l’unica mitragliatrice si inceppò e si giunse a far rotolare per il pendio tutto quello che si trovava, mentre gli uomini si spostavano da un posto all’altro per creare nel nemico la sensazione di una forte presenza numerica.

            Nel mezzo dello scontro fu issata bandiera bianca da un gruppo di attaccanti con la richiesta di parlamentare, condotti bendati dal capitano Winderling gli offrirono la possibilità di una resa onorevole.

            Offerta una lauta colazione ai parlamentari, anche per fare credere una abbondanza di viveri in realtà ormai scarseggianti, il comandante radunò un consiglio di guerra nel quale propose di rompere l’accerchiamento con i soli uomini che volontariamente l’avessero seguito, sciogliendo gli altri dal giuramento.

            L’ambasceria fu rimandata indietro con il rifiuto scritto alla resa in busta sigillata per acquisire tempo, mentre si preparavano le cariche da fare brillare per distruggere i pezzi da 149 mm sia in cupola che su piazzola, oltre ai restanti depositi.

            Fu aperto contemporaneamente il fuoco per consumare gli ultimi colpi, di cui uno colpì un deposito munizioni a Tolmezzo, quindi fu dato fuoco alle micce e gli otturatori dei 75 mm gettati nei dirupi, una colonna di circa 100 uomini, metà del presidio, di dispose a scendere verso la zona paludosa di Somplago per forzare il blocco nemico.

            Purtroppo l’avvicinamento avvenne verso il paese di Somplago deviando dalle paludi e colonne nemiche si posero di traverso, iniziando un fuoco di fucileria, fu ordinato di piegare verso sud, disperdendosi.

            Solo il cap. Winderling, con il ten. Tomei, il maresciallo Federzoni, un sergente e tre soldati riuscirono a sfuggire alla cattura, finché presso il paese di Claut, in un casolare lasciarono le divise e nascosero il carteggio del forte, recuperato nel dopoguerra, proseguendo la fuga.

            Lungo la strada tra i paese di Cimolais ed Erto furono catturati il sergente, il maresciallo e i due soldati, mentre dopo venti giorni di marcia solo Winderling, il Ten. Tomei e il soldato Leon arrivarono ad Aganna dietro le linee austriache, dove per altri venti giorni cercarono di attraversare le linee finché vennero catturati il 15 dicembre.

            La resistenza del  forte sul monte Festa fu citata sia dal Comando Supremo italiano nei bollettini dell’8 novembre e del 9 novembre 1917, che dal gen. Hordt e dal Capo di Stato Maggiore dell’esercito austro-ungarico, generale Artur Arz von Strassenburg, meritando al cap. Winderling la medaglia d’argento al valor militare nel 1922.

            Questa battaglia la si può considerare l’ultima resistenza riuscita in fortezza della storia militare italiana.

 

Tratto da “I Forti della Grande Guerra”, di Leonardo Malatesta, P. Macchione Ed., 2015.

mercoledì 19 ottobre 2022

Incontri alla Università delle Tre Età -Osimo sul tema della Prima Guerra Mondiale

 Dal mese di ottobre 2022 ad aprile 2023 si terranno Osimo alla Università delle Tre Età incontri dal tema

RIFLESSIONI SULLA GRANDE GUERRA

 

 Gli Interventi avranno come oggetto la situazione politico-internazionale dell'Italia all'Inizio del Novecento, La Triplice Intesa. I  difficili rapporti con L'Austria-Ungheria. La situazione nel giugno-luglio 1914 in cui l'Italia si trovò a non avere ne alleati ne amici ma praticamente sola ed isolata. La genesi dell'Intervento il Patto di Londra e la scelta di Campo, I risvolti militari.

La descrizione a cenni dello sviluppo della guerra: Le battaglie di logoramento Cenni veloci), Caporetto, le due battaglie difensive e Vittorio Veneto. I rapporti con gli Alleati. I Capi Pollio, Cadonra Diaz. La conclusione. L'Italia vince la guerra per tutti gli alleati dell'Intesa, sul campo. Le conseguenze . Gli Italiani in Baviera. Novembre 1918 La Germania si arrende.. Dalla vittoria militare sul campo alla sconfitta diplomatica alla Conferenza di Pace.
Si da per acquisito un certo livello di conoscenza di tutto l'argomento. 



Testi:
 Massimo Coltrinari, Riflessioni sulla Grande Guerra. Verso la Guerra. Ne alleati ne Amici, Roma Università La Sapienza. Edizioni Nuova Cultura. Vol I.,  

Massimo Coltrinari, Riflessioni sulla Grande Guerra. La Guerra. Una vittoria sul campo, Roma Università La Sapienza. Edizioni Nuova Cultura. Vol II      

Massimo Coltrinari, Riflessioni sulla Grande Guerra. Verso la Guerra. La Vittoria ed i suoi artefici,I Generali Italiani nella Grande Guerra Roma Università La Sapienza. Edizioni Nuova Cultura. Vol III. 

I Volumi indicati sono disponibili in Osimo, presso la Biblioteca delle III Età - mente  massimo Coltrinari 

lunedì 10 ottobre 2022

Ricerche: 1917

 

Maria Luisa Suprani Querzoli

 

27 agosto 1917

Lo scoppio della polveriera di Sant’Osvaldo: coincidenze inquietanti

 

Il 27 agosto 1917 la Battaglia della Bainsizza (capace di risultati notevoli, seppur decisamente inferiori alle proiezioni del Comandante la II Armata) accenna a volgere al termine quando uno scoppio violentissimo getta nel panico l’intera città di Udine, sede del Comando Supremo:

 

[…] alle 11,19, mentre sto per entrare [al Comando Supremo], avviene una esplosione formidabile, che scuote tutte le case, rompe tutti i vetri, spacca tutti i tramezzi. […] La gente si getta fuori delle case, scarmigliata. La scena è impressionante. Le detonazioni si seguono con violenza e frequenza sempre maggiori. Sembra di essere fra un violentissimo bombardamento. […] Circolano le prime voci, che hanno qualche certezza: è scoppiata la polveriera di Sant’Osvaldo. Ci sono là 100.000 bombe, polveri, 40.000 quintali di fieno, i depositi di benzina di tutta la 2ª armata. È una cosa spaventevole.[1]

 

Il panico toccò il punto massimo all’idea (dimostratasi in seguito non veritiera) che anche i gas venefici presenti nei proiettili a liquidi speciali aleggiassero nell’aria.

Per numero di vittime e perdita di materiali la stima del danno appare subito grave.

 

Circola la voce che lo scoppio sia doloso. Gabriele D’Annunzio dice che a Roma è scoppiata l’altro ieri sera la polveriera di forte Appio, con un centinaio di morti. Ad Alessandria è successo suppergiù lo stesso.[2]

 

Il giornalista Rino Alessi, a differenza del colonnello Gatti, si interroga senza perifrasi: «[c]hi o che cosa ha fatto saltare la polveriera? Ecco il tragico interrogativo a cui forse nessuno risponderà lasciando nell’aria i più atroci dubbi. Altre polveriere sono saltate, come Lei forse sa, in altre parti della Penisola. Chi o che cosa le ha fatte saltare?»[3].

Il dubbio circa il dolo  assunse particolare consistenza ma – dato il frangente critico – non si ritenne opportuno far luce per evitare la ricaduta che l’emergere di verità destabilizzanti avrebbe potuto avere sul morale già incrinato dell’Esercito (e della Nazione).

In seguito si giunse alla conferma[4] dei sospetti che fin da subito circolarono.

Un incidente analogo (seppure di portata ben minore) si era già verificato in zona di guerra, circa dieci giorni prima.

L’XI Battaglia dell’Isonzo ancora non aveva avuto inizio quando, nell’area del XXVII Corpo d’Armata[5], lo scoppio di una bombarda[6] compromise la sorpresa con cui il Comandante d’Armata intendeva fiaccare il nemico in un tratto della fronte il cui presidio appariva rarefatto: l’intento principe che muoveva Capello tanto da fargli distorcere, nella sostanza, gli ordini ricevuti era costituito dalla soppressione del pericolo incombente da Tolmino, affidata appunto al XXVII Corpo.

Lo scoppio che si verificò in quel settore compromise quindi un elemento essenziale del piano lungimirante, lasciando indirettamente in vita i presupposti che avrebbero portato alla sconfitta dell’ottobre successivo.

La possente vittoria della Bainsizza mise a tacere tutto e sulle difficoltà incontrate dal XXVII Corpo d’Armata non si ritornò più di tanto, attribuendole esclusivamente (ed erroneamente[7]) al mancato impulso del generale Vanzo.

Esposte le premesse ci si può chiedere se anche l’incidente che interessò l’area del XXVII Corpo d’Armata (da valutarsi soprattutto nella portata delle sue conseguenze, capaci di decapitare l’intento di Capello e, indirettamente, di dare origine ai presupposti della sconfitta) era di matrice dolosa.

Il dubbio appare ragionevole.

Il computo delle responsabilità circa l’esito della XXII Battaglia dell’Isonzo  (computo a suo tempo teso più a trovare capri espiatori per tacitare gli animi che a far luce sulla verità storica[8]) non sarà completo se non quando, seppur a distanza di oltre un secolo, si risalirà ai mandanti di tali scoppi, la cui serrata successione appare tutt’altro che accidentale.



[1] A. Gatti, Caporetto. Dal diario di guerra inedito (maggio – dicembre 1917) (a cura di A. Monticone), Bologna: Il Mulino, 1964, pp. 194 – 195.

[2] Ivi, p. 196.

[3] R. Alessi, Lo scoppio della polveriera di Sant’Osvaldo, 27 agosto 1917, in Dall’Isonzo al Piave, Milano: Mondadori, 1966, p. 103.

[4] Cica le conferme inerenti al dolo cfr. G. Del Bianco, La guerra ed il Friuli, vol. 2 (Sull’Isonzo e in Carnia. Gorizia. Disfattismo), Udine: Del Bianco Editore, 2001.

[5] Il XXVII Corpo era allora comandato dal generale Augusto Vanzo, prima di essere sollevato dall’incarico (e sostituito con il generale Pietro Badoglio, comandante il II Corpo).

[6] Cfr. L. Capello, Note di Guerra, vol. II, Milano: Fratelli Treves Editori, 1921, p. 109.

[7] Anche sotto il comando di Badoglio il XXVII Corpo d’Armata continuò a confrontarsi con obiettive difficoltà (cfr. ibidem)  capaci di interferire negativamente  con gli obiettivi auspicati dal Comandante d’Armata (cfr. ivi, p. 113).

[8] Il riferimento è alla Relazione che concluse i lavori della Commissione d’Inchiesta istituita dal R.D. 12 gennaio 1918 n. 35.

mercoledì 28 settembre 2022

INFOCESVAM 4/2022

 


INFOCESVAM

BOLLETINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO IX, 31/32, N. 4, Luglio - Agosto, 1 settembre 2022

IX/4/576 La decodificazione di questi numeri è la seguente: IX anno di edizione, il mese di edizione di INFOCESVAM, 576 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento.

IX/4/577.  Come prassi, il CESVAM osserva la pausa estiva per i mesi di Luglio ed Agosto. Il semestre accademico settembre – 2022, gennaio 2023 inizierà il 1 settembre. Le ricerche in essere proseguono  secondo il calendario adottato dai singoli ricercatori.

IX/4/578 Ricerca per il Centenario. Titolo. “I Presidenti dell’Istituto del Nastro Azzurro” 1923- 2023. Attività e gesta delle presidenze attraverso la documentazione d’archivio. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. La lista dei Presidenti e dei materiali è stata completata. Si procede alla stesura per la I Bozza. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/ comparto storia del Nastro Azzurro.

IX/4/579 Progetto 2016/1 Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.” Una vittoria amara” Predisposto il Manoscritto 4.  Il Glossario 1945 è nella versione di manoscritto 5. Il volume 8 del Dizionario “Percorsi di Ricerca” è rimasto nella versione di manoscritto 3

IX/4/580. “Non ti scordar di Me”. Il Gruppo Medaglie d’Oro ha lanciato la campagna di sensibilizzazione attraverso l’adozione di un fiordaliso a forma di pin per ricordare i Caduti di Tutte le Guerre. Il Fiordaliso è stato ideato dal gen. C.A. Aloia, MOVM.

IX/4/581. Progetto 2016/1 Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.” Una vittoria amara”. Punto di situazione in: www.valoremilitare.blogspot.com e su www. laguerradiliberazionelastoria. blogspot.com. Completate le ricerche sulla Divisione Partigiana Italia e Divisione Partigiana “Garibaldi”

IX/4/582. Ricerca per il Centenario. Titolo. “La Presenza in Italia ed all’Estero dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed analisi iconografica delle Federazioni, Sezioni e Gruppi aperti in Italia all’estero dal 1923 ad oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. Predisposti i materiali. Ulteriori ricerche si impongono in merito alla cause discusse. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/ comparto storia del Nastro Azzurro.

 IX/4/583 La richiesta di tesi per i Master in essere presso la Università degli Studi N. Cusano può essere integrata consultando il blog www.studentiecultori.blogspot.com. Il blog contiene tracce e titoli di tesi collegate a ricerche in essere presso il CESVAM. SI ricorda che il termine per la richiesta scade il pv. 30 settembre 2022.

IX/4/584 IL CESVAM, Centro Studi sul Valore Militare non può annoverare collaboratori  e tanto meno ricercatori che non abbiano nel proprio curriculum i titoli accademici previsti.

IX/4/585 La Collaborazione con Le Associazioni Combattentistiche e d’ Arma ed ASSOARMA prosegue nei termini già note, Informazioni su www.associazionismomilitare.blogspot.com

IX/4/586 La situazione in Europa dopo la crisi in Ucraina è presente sui blog geografici. In particolare su www.coltrinariatlanteeuropa.blogspot,com. Si sconsiglia la richiesta di tesi su questo argomento i quanto è di attualità ed ancora non si dispongono di materiali atti ad una ricostruzione accademica degli eventi, ma solo cronachistica.

IX/4/587 Ricerca per il Centenario. Titolo. “L’Albo d’Oro Nazionale”. Gli annuari dell’Istituto del Nastro Azzurro” editi dal 1923 ad oggi riportati tutti i decorati dal 1833 ad oggi. Raccolta, individuazione e acquisizione delle pubblicazioni ed edizione della Copertina e della nota introduttiva dell’annuario. In pratica si attuerà l’Albo d’Oro Nazionale su carta, integrante e propedeutico all’Albo d’Oro Nazionale digitale ragionato. La Ricerca è stata avviata sia sulle ricerche della Sig.ra Paola Tomasini iniziate nel 2021 e di quelle esposte in ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. Predisposti i lineamenti per la individuazione della realizzazione complementare del programma di ricerca. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/ comparto Ordini Cavallereschi

IX/4/588 Progetto 2020/1 “Le vicende dei Militari Italiani in Russia” Volume II “1942 L’avanzata nella steppa”. Completato il manoscritto 3. Il Volume III “1942. La conquista del Donbass”. Completato il manoscritto 4. Scelti i testi per i volumi n. 4 e n. 5 che sono stati tutti trascritti.

IX/4/589 Progetto Prigionia 2019/1. Il Volume IV dedicato alla Memoria, e nella fase del manoscritto 4. Contatti con la casa Editrice Nuova Cultura per la definizione del format.  Il Vol. VI e VII sono in fase di approntamento con la collaborazione del Dott Giorgio Madeddu e del Dott Salvatore Carta, per la versione in lingua tedesca

IX/4/590 Ricerca per il Centenario. Titolo. “Ettore Viola. Combattente, Politico, Fondatore dell’Istituto del Nastro Azzurro.”. La Ricerca è stata avviata in ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. Consiste nella edizione digitale dei volumi “Vita di Guerra” è “Il Congresso di Assisi”. La edizione integrale della guida al Fondo Ettore Viola presso la Biblioteca del Senato della Repubblica e di una introduzione di Giancarlo Ramaccia sulla figura di Ettore Viola. Tutto il materiale sopra citato è stato acquisti. Si è entrati nella fase di stesura del manoscritto. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/ comparto storia del Nastro Azzurro

IX/4/591 Il programma relativo alle CESVAM PAPERS è aggiornato sul www.storiainlaboratorio.blogspot,com, su www.associazionismomilitare.blogspot.com. Info: ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org

IX/4/592 Ricerca per il Centenario. Titolo. “La Presenza in Italia ed all’Estero dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed analisi iconografica delle Federazioni, Sezioni e Gruppi aperti in Italia all’estero dal 1923 ad oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. Dati relativi al continente asiatico e sud americano acquisiti. Mancano dati per l’Europa ed il Nord America. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/ comparto storia del Nastro Azzurro

 

IX/4/593 Per l’invio degli articoli e note per la Rivista  QUADERNI si prega di utilizzare la email: quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org. Gli articoli e le note devono essere sottoposti alla visione del Collegio dei Redattori per la eventuale pubblicazione

IX/4/594 La Rivista QUADERNI – Anno LXXXIII, Supplemento XXIII, 2022, n. 3 23° luglio - agosto 2022 è stata pubblicata ed inviata secondo la Main List aggiornata al 1 agosto 2022

IX/4/595. Progetto 2016/1 Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.”  Si ricerca documentazione su; Divisione Partigiana Garibaldi Rimpatrio. Ragusa 1945. Ipotesi di invio della Divisione a Trieste, in appoggio alle forze alleate. info www. laguerradiliberazionelastoria. blogspot.com

IX/4/596. Ricerca per il Centenario. Titolo. “I Congressi dell’Istituto del Nastro Azzurro” 1923- 2023. Struttura ed analisi iconografica. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. Materiali raccoli per i primi 10 congressi. Iconografia disponibile. Per il mese di settembre ottobre si procederà alla raccolta del materiale per i congressi dal 13 al 22 e seguenti. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/ comparto storia del Nastro Azzurro

IX/4/597. Progetto 2020/2 Ordinamenti. Il Volume dedicato al Quadro di Battaglia del Regio Esercito il 10 giugno 1940 è  stato inviato in tipografia sotto la data del 30 agosto 2022. Pubblicazione prevista per la fine del mese di settembre/metà ottobre

IX/4/598. Master di 1° Liv. in Storia Militare Contemporanea. La Sessione di Laurea Estiva, è fissata per la prima deca del mese di dicembre 2022 e si terrà, salvo imprevisti dell’ultima ora, in presenza.

IX/4/599. Ricerca per il Centenario. Titolo. “Le Corti d’Onore. Gli Statuti. I Regolamenti dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed analisi iconografica della componente giurisdizionale dell’Istituto dal 1923 ad oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. Trascritti tutti i regolamenti Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/ comparto storia del Nastro Azzurro

IX/4/600 Prossimo INFOCESVAM sarà pubblicato il 1 novembre  2022. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblica su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM.