Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno

Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno
Le Marche e la Grande Guerra. Il volume è disponibile in tutte le librerie. Si può ordinare alla Casa Editrice, (ordini@nuovacultura.it). Node su www.storiainlaboratorio.blogspot.com

domenica 31 luglio 2022

Il Corpo Italiano di LIberazione LUglio 1944

 

1.3.3 Le forze Italiane.

Le forze italiane erano composte dal Corpo Italiano di Liberazione, da soldati italiani inquadrati nel Corpo Polacco (Brigata Maiella e 111a Compagnia Protezione Ponti), dalle forze partigiane.

Il Corpo Italiano di Liberazione ebbe diversi sviluppi organici. Quello qui di interesse è l’ordinamento del 20 giugno 1944, adottato all’indomani del passaggio di dipendenza dai Britannici ai Polacchi. Questo ordinamento[1], che rimarrà sostanzialmente in vigore fino allo scioglimento del Corpo Italiano di Liberazione nel settembre 1944, prevedeva:

Un Comando, con vari Uffici, ed includeva il Comando Artiglieria ed il Comando Genio. Alle dirette dipendenze vi erano:

a)     tramite il Comando artiglieria:

                11° Reggimento artiglieria, su

                     .I gruppo da 105/28

                     .II gruppo da 100/22

                     .III gruppo da 75/10

                     .IV gruppo da 75/18

                     .gruppo controcarro da 57/50

                     .gruppo dal 149/19    

            . Tramite Comando genio C.I.L.

                     … 51a compagnia artieri

                     … 51a compagnia collegamenti

 

b)    tramite il Comando Genio

           LI battaglione misto genio

      c)    Servizi

 

Unita:

2a Divisione Nembo su:

  Comando

     . 183° Reggimento fanteria su  XV e XVI battaglione

    . 184° Reggimento fanteria su  XIII e  XIV battaglione

    . 184° Reggimento artiglieria su: I gruppo da 75/27, II

               gruppo da 100/22

    . 184a batteria da 20 mm

    . CLXXXIV battaglione guastatori

    . 184a compagnia motociclisti

    . 184a compagnia mortai da 81mm

    . 184a compagnia minatori artieri

     . 184a compagnia collegamenti

     . servizi divisionali

I Brigata di Fanteria

    . Comando

            . 4° Reggimento bersaglieri su: XXIX e XXXIII

                   battaglione

            . 3° Reggimento alpini su:  battaglione “Piemonte” e

                   Battaglione “Monte Granero”

            . 185° Reparto Arditi paracadutisti “Nembo”

            . IV gruppo someggiato da 75/13

II Brigata di Fanteria

            . Comando

            . 68° Reggimento fanteria su: I e  II battaglione

            .  Battaglione Regia Marina “Bafile”  

            . IX Reparto d’assalto

            . V gruppo someggiato da 75/13

 

Si trattava nella sostanza di un complesso di forze composto da brigate miste nelle quali il rapporto tra la fanteria, elemento di manovra, e l’artiglieria, elemento di fuoco pesante, era tutto sbilanciato a favore della fanteria. Questo può  essere visto anche come riconoscere l’importanza della manovra sul fuoco, alla vigilia di impegni  operativa caratterizzati da ritmi celeri di avanzata. Nella realtà si prendeva in considerazione la scarsezza di artiglieria in cui si disponeva di 10 gruppi a fronte dei 14 battaglioni di fanteria; in virtù di questo si era deciso di accentrare alle dirette dipendenze ben sei gruppi, dei dieci disponibili. Al diretto appoggio dei 15 battaglioni di fanteria vi erano, quindi, solo quattro gruppi di artiglieria. Nel corso delle operazioni per Ancona, in base alla situazione contingente, furono assegnati alla fanteria due dei sei gruppi tenuti alla mano dal Comando del Corpo Italiano di Liberazione, equilibrando in parte la situazione.



[1] Riportato integralmente nel Documento 3.

[2] Salvatori M. La Resistenza, citato in Giacomini R., Pallunto S., Guerra di Resistenza. Antologia, Ancona, Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche 1997, pag. 272

[3] Il termine deve essere inteso. Nelle Forze regolari il battaglione nel 1944 comprendeva circa 400-500 uomini. Nella Resistenza, anche come azione di pressione propagandistica sul nemico, era stata adottata la stessa terminologia  militare: divisione, brigata, battaglione, ma con significati reali diversi: una banda si attestava su trenta-quaranta uomini, mentre il battaglione comprendeva uno o due bande, sull’ordine di 80-100 uomini, la brigata era sui tre-quattro battaglioni, sull’ordine di 300-400 combattenti. La Divisione comprendeva tutte le forze operative delle Marche. Naturalmente in questi calcoli non rientrano altri segmenti (informativo, logistico, assistenziale, sanitario, di generale supporto e sostegno) a cui parteciparono a pieno titolo degli uomini e donne che fecero la Resistenza: da qui il carattere prudenziale che si deve avere nel utilizzare questa terminologia.

[4] Mari G., Guerriglia, citato in Giacomini R, Ribelli e Partigiani, Giacomini R., Pallunto S., Guerra di Resistenza. Antologia, Ancona, Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche 1997, pag. 268

[5] Ibidem

[6] Per un quadro generale su questo aspetto si invia alla ampia letteratura esistente ed in partecipare all’ottimo ed equilibrato lavoro di Ruggero Giacomini più volte citato. Inoltre vds. AA.VV. La Resistenza nell’Anconetano. Dalle prime lotte antifasciste alla Liberazione, Ancona, Edito dall’ANPI Provinciale di Ancona, 1963

domenica 10 luglio 2022

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