1.3.3 Le forze Italiane.
Le forze italiane erano composte dal Corpo Italiano di
Liberazione, da soldati italiani inquadrati nel Corpo Polacco (Brigata Maiella
e 111a Compagnia Protezione Ponti), dalle forze partigiane.
Il Corpo Italiano di Liberazione ebbe diversi sviluppi
organici. Quello qui di interesse è l’ordinamento del 20 giugno 1944, adottato
all’indomani del passaggio di dipendenza dai Britannici ai Polacchi. Questo
ordinamento[1],
che rimarrà sostanzialmente in vigore fino allo scioglimento del Corpo Italiano
di Liberazione nel settembre 1944, prevedeva:
Un Comando, con vari Uffici, ed includeva il Comando
Artiglieria ed il Comando Genio. Alle dirette dipendenze vi erano:
a)
tramite il
Comando artiglieria:
11° Reggimento artiglieria, su
.I gruppo da 105/28
.II gruppo da 100/22
.III gruppo da 75/10
.IV gruppo da 75/18
.gruppo controcarro da 57/50
.gruppo dal 149/19
.
Tramite Comando genio C.I.L.
… 51a compagnia artieri
… 51a compagnia collegamenti
b)
tramite il
Comando Genio
LI
battaglione misto genio
c)
Servizi
Unita:
2a
Divisione Nembo su:
Comando
. 183° Reggimento fanteria su XV e XVI battaglione
. 184° Reggimento fanteria su XIII e
XIV battaglione
. 184° Reggimento artiglieria su:
I gruppo da 75/27, II
gruppo da 100/22
. 184a
batteria da
. CLXXXIV
battaglione guastatori
. 184a
compagnia motociclisti
. 184a
compagnia mortai da 81mm
. 184a
compagnia minatori artieri
. 184a compagnia collegamenti
. servizi divisionali
I
Brigata di Fanteria
. Comando
. 4° Reggimento bersaglieri su: XXIX e XXXIII
battaglione
. 3°
Reggimento alpini su: battaglione
“Piemonte” e
Battaglione “Monte Granero”
.
185° Reparto Arditi paracadutisti “Nembo”
. IV
gruppo someggiato da 75/13
II Brigata di Fanteria
.
Comando
.
68° Reggimento fanteria su: I e
II battaglione
. Battaglione Regia Marina
“Bafile”
. IX
Reparto d’assalto
. V gruppo
someggiato da 75/13
Si trattava nella sostanza di un complesso di forze
composto da brigate miste nelle quali il rapporto tra la fanteria, elemento di
manovra, e l’artiglieria, elemento di fuoco pesante, era tutto sbilanciato a
favore della fanteria. Questo può essere
visto anche come riconoscere l’importanza della manovra sul fuoco, alla vigilia
di impegni operativa caratterizzati da
ritmi celeri di avanzata. Nella realtà si prendeva in considerazione la
scarsezza di artiglieria in cui si disponeva di 10 gruppi a fronte dei 14
battaglioni di fanteria; in virtù di questo si era deciso di accentrare alle
dirette dipendenze ben sei gruppi, dei dieci disponibili. Al diretto appoggio
dei 15 battaglioni di fanteria vi erano, quindi, solo quattro gruppi di
artiglieria. Nel corso delle operazioni per Ancona, in base alla situazione
contingente, furono assegnati alla fanteria due dei sei gruppi tenuti alla mano
dal Comando del Corpo Italiano di Liberazione, equilibrando in parte la
situazione.
[1] Riportato integralmente nel Documento 3.
[2]
Salvatori M. La
Resistenza, citato in Giacomini R., Pallunto S., Guerra di Resistenza. Antologia, Ancona, Istituto Regionale per
[3] Il termine deve
essere inteso. Nelle Forze regolari il battaglione nel 1944 comprendeva circa
400-500 uomini. Nella Resistenza, anche come azione di pressione
propagandistica sul nemico, era stata adottata la stessa terminologia militare:
divisione, brigata, battaglione, ma con significati reali diversi: una banda si
attestava su trenta-quaranta uomini, mentre il battaglione comprendeva uno o
due bande, sull’ordine di 80-100 uomini, la brigata era sui tre-quattro
battaglioni, sull’ordine di 300-400 combattenti. La Divisione comprendeva tutte
le forze operative delle Marche. Naturalmente in questi calcoli non rientrano
altri segmenti (informativo, logistico, assistenziale, sanitario, di generale
supporto e sostegno) a cui parteciparono a pieno titolo degli uomini e donne
che fecero la Resistenza: da qui il carattere prudenziale che si deve avere nel
utilizzare questa terminologia.
[4]
Mari G., Guerriglia, citato in
Giacomini R, Ribelli e Partigiani, Giacomini
R., Pallunto S., Guerra di Resistenza.
Antologia, Ancona, Istituto Regionale per
[5] Ibidem
[6] Per un quadro generale su questo aspetto
si invia alla ampia letteratura esistente ed in partecipare all’ottimo ed
equilibrato lavoro di Ruggero Giacomini più volte citato. Inoltre vds. AA.VV. La Resistenza nell’Anconetano. Dalle prime
lotte antifasciste alla Liberazione, Ancona, Edito dall’ANPI Provinciale di
Ancona, 1963
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