Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno

Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno
Le Marche e la Grande Guerra. Il volume è disponibile in tutte le librerie. Si può ordinare alla Casa Editrice, (ordini@nuovacultura.it). Node su www.storiainlaboratorio.blogspot.com

venerdì 15 maggio 2020

Il Porto di Ancona e la Grande Guerra 1 La Beffa di Buccari


STORIA MILITARE MARCHIGIANA


Durante la prima guerra mondiale, il porto militare di Ancona, a causa della sua felice collocazione al centro dell'Adriatico, di fronte alla costa dell'Istria e dalla Dalmazia (all'epoca facenti parte dell'Impero austro-ungarico), divenne, dal 12 febbraio al 27 ottobre 1918, la base di una squadriglia di MAS (Motoscafi Armati Siluranti), imbarcazioni d'assalto della Regia Marina Militare Italiana.  Per questa ragione ebbe un ruolo in tre episodi della guerra sul mare e che segnano momenti di rilievo della Storia Militare Marchigiana. Questo momenti sono: la Beffa di Buccari del febbraio 1918, il colpo di mano austriaco dell'aprile 1918 e l'azione dei MAS contro la Squadra austriaca a Premuda, 10 giugno 1918.


Durante la prima guerra mondiale, il porto militare di Ancona, a causa della sua felice collocazione al centro dell'Adriatico, di fronte alla costa dell'Istria e dalla Dalmazia (all'epoca facenti parte dell'Impero austro-ungarico), divenne, dal 12 febbraio al 27 ottobre 1918, la base di una squadriglia di MAS (Motoscafi Armati Siluranti), imbarcazioni d'assalto della Regia Marina Militare Italiana.



Tale formazione navale era comandata dal capitano di corvetta Luigi Rizzo, il quale, proprio alla guida di un MAS, era stato uno dei protagonisti dell'affondamento della corazzata guardacoste austriaca Wien (Vienna) (avvenuto nella rada di Trieste la notte tra il 9 ed il 10 dicembre 1917) e della c.d. Beffa di Buccari, quando, il 10-11 febbraio 1918, tre MAS al comando di Costanzo Ciano, trenta uomini in tutto (“e trentuno con la morte”, scriverà poi D'Annunzio) violarono la base di Buccari, in fondo al golfo del Quarnaro nell'attuale Croazia.




Dopo avere lanciato i siluri contro quattro mercantili, nella fase di disimpegno Gabriele D’Annunzio [1], imbarcato sul MAS comandato da Luigi Rizzo, lasciò in acqua le famose tre bottiglie contenenti uno sprezzante messaggio che irrideva alla passività della flotta imperiale austro-ungarica.


(nota a cura del Comandante della Capitaneria di Porto di Ancona, anno 2016-17)


(la nota segue con post in data 25 maggio 2020)

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