Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno

Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno
Le Marche e la Grande Guerra. Il volume è disponibile in tutte le librerie. Si può ordinare alla Casa Editrice, (ordini@nuovacultura.it). Node su www.storiainlaboratorio.blogspot.com

mercoledì 10 giugno 2020

Il Porto di Ancona e la Grande Guerra III

STORIA MILITARE MARCHIGIANA


Durante la prima guerra mondiale, il porto militare di Ancona, a causa della sua felice collocazione al centro dell'Adriatico, di fronte alla costa dell'Istria e dalla Dalmazia (all'epoca facenti parte dell'Impero austro-ungarico), divenne, dal 12 febbraio al 27 ottobre 1918, la base di una squadriglia di MAS (Motoscafi Armati Siluranti), imbarcazioni d'assalto della Regia Marina Militare Italiana.  Per questa ragione ebbe un ruolo in tre episodi della guerra sul mare e che segnano momenti di rilievo della Storia Militare Marchigiana. Questo momenti sono: la Beffa di Buccari del febbraio 1918, che è stato pubblicato con post in data 15 maggio 2020;  il colpo di mano austriaco dell'aprile 1918 in data 1 giugno 2020 e, nella data anniversaria del 10 giugno pubblichiamo  l'azione dei MAS contro la Squadra austriaca a Premuda, 10 giugno 1918. 


L’IMPRESA DI PREMUDA  DEL 10 GIUGNO 1918


Poche settimane dopo il tentato attacco austriaco, il 10 giugno 1918, partiva dal porto di Ancona una piccola squadra di due MAS, comandata da Rizzo, scortata da due torpediniere, che si distinse in quella che fu forse la più importante operazione offensiva dell'Italia ai danni della Marina austro-ungarica durante la prima guerra mondiale, l'impresa di Premuda.

Appostate al largo dell'isola di Premuda, nell'arcipelago di Zara, nell'attuale Croazia, ma all'epoca nei confini dell'Impero austro-ungarico, le due motosiluranti intercettarono un convoglio di diverse navi da guerra austro-ungariche che uscivano dal porto dirigendosi verso il mare aperto.

Il MAS di Rizzo colpì con i suoi due siluri la corazzata austro-ungarica “Szent Istvan” (Santo Stefano), determinandone l'affondamento.


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L'altro MAS, al comando del guardiamarina Giuseppe Aonzo, colpì con uno dei suoi siluri l'altra unità maggiore, la corazzata “Tegetthoff”, ma senza causarle danni a causa della mancata esplosione dell'ordigno.

I due MAS riuscirono poi a disimpegnarsi dall'inseguimento delle torpediniere austro-ungariche di scorta alle corazzate, grazie alla loro maggiore velocità ed al lancio contro di loro di bombe antisommergibili.

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Per la loro eroica impresa Rizzo e Aonzo vennero promossi e insigniti della Medaglia d'Oro al Valor Militare.




(nota a cura del Comandante pro tempore della Capitaneria di Porto di Ancona, anno 2016-17)

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