Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno

Le Brigate di fanteria "marchigiane": Marche, Ancona, Macerata, Pesaro, Piceno
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mercoledì 10 agosto 2022

Il Corpo di Liberazione Italiano Luglio 1944 II Parte

  (segue post in data 20 luglio 1944)

 La Brigata Maiella, come in parte detto, formata da patrioti abruzzesi al comando dell’avv. Ettore Troilo consisteva in circa 400 uomini con armamento da fanteria; solo nell’agosto 1944 sarà potenziata e portata, organicamente al doppio, circa 800-1000 uomini. Durante le operazioni nelle Marche incorporava elementi e formazioni di patrioti via via incontrati, di modo che il suo ordinamento variava a seconda delle circostanze.

Nel Corpo Polacco operava anche la 111a Compagnia Protezione Ponti inquadrata nel Raggruppamento Commando, composta esclusivamente da soldati italiani, con sottufficiali polacchi, al comando di ufficiali polacchi. Questa compagnia, con compito di esplorazione, ricognizione e ‘commando’, aveva una consistenza di 63 italiani, 13 sottufficiali e 4 ufficiali che operavano, per i loro compiti, in nuclei più o meno consistenti a seconda dei compiti da assolvere.

 

Le formazioni partigiane che operarono dell’anconetano nel luglio 1944, dal particolare dal punto di vista della entità della forza combattente, erano sull’ordine del mezzo migliaio.

Operava nelle Marche la Divisione Partigiana Marche da cui dipendevano varie brigate individuate nella zona in cui operavano.

Nell’ascolano era fallito il tentativo del CLN di raggruppare in un unico comando tutte le bande e non si giunse mai ad un comando unificato. Le bande restarono autonome l’una rispetto all’altra con alcune che avevano attivato qualche aggancio su base personale, come il distaccamento “Batà” che faceva riferimento alle Brigate Garibaldi. Una brigata Garibaldi Ascoli Piceno su quattro battaglioni, come più volte auspicato, doveva comprendere tutte le bande, ma rimase solo sulla carta[2]

Nella zona di Fiastra operava la Brigata “Spartaco”, al comando del maggiore spe del genio Aeronautico Antonio Ferri strutturata su quattro battaglioni[3], con una banda autonoma la “Gian Mario Fazzini” al comando di don Nicola Ralli. Altre fonti[4] indicano la brigata “Spartaco” composta da sette battaglioni, in cui sono inseriti un battaglione itinerante di slavi, comandato da Gioko Davidovic, il battaglione “Fazzini” di Rilli, che fu sempre autonomo, il “Nicolò” di Pantanetti.

 Nell’anconetano operava la V Brigata Garibaldi C, al comando del ten. col. Corradi, che risultava su tre battaglioni , I battaglione “Mario” comandato da Mario Depangher, II battaglione “Pippo”, comandato da Isidoro Privitera, con i distaccamenti , quello storico, come l”Alvaro”, il “Ferro” o di nuova costituzione come il “Riccio”, III battaglione, comandato dall’ing. Diego Boldrini.

Nel pesarese operava la Brigata Garibaldi Pesaro composta da cinque battaglioni; inoltre vari distaccamenti e formazioni autonome operavano  nell’alto e medio pesarese;¸ inoltre nei mesi a venire si formarono altre formazioni su nuclei autonomi già esistenti.

Come è stato fatto notare[5] è estremamente difficile tradurre in uno schema ordinativo e tabellare le modalità operative, i collegamenti, le azioni stesse e la composizione e complessità della Resistenza, a cui si partecipava su base volontaria ed era soggetta a fluttuazioni ed avvicendamenti secondo il procedere degli eventi.

Ne risulta che è difficile quantitizzare fra le forze partigiane le entità, essendo queste estremamente interconnesse.

Ai nostri fini, sotto il profilo solo strettamente operativo, certamente riduttivo per i motivi sopra detti, le forze partigiane coinvolte nei combattimenti del luglio 1944 nella zona di Ancona, si possono attestare sulle 400-500 unità, dato da non     strumentalizzare e da prendere con tutte le precauzioni del caso. [6] 


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